Mercato delle abitazioni, il 2023 inizia con il segno negativo

Il 2023 è iniziato con il segno negativo nel mercato residenziale italiano. Ad affermarlo in via ufficiale sono le statistiche contenute nel report trimestrale dell’Osservatorio del mercato immobiliare da parte dell’Agenzia delle Entrate, secondo cui nel primo quarto del nuovo anno si sarebbe registrata una nuova diminuzione tendenziale delle compravendite delle abitazioni, per l’8,3% in meno rispetto allo stesso periodo del 2022. In totale, sono state quasi 167 mila le unità residenziali compravendute in questo periodo, circa 15 mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2022.

L’andamento non è comunque sorprendente, considerato che dopo i rialzi del 2021 e il picco toccato nel secondo quarto dello stesso anno, la serie ha iniziato a crescere in modo sempre più attenuato fino al quarto trimestre 2022, periodo cin cui la crescita si è interrotta per lasciare spazio a un’inversione di tendenza che si è contraddistinta con tassi di variazione delle compravendite in negativo. Il primo trimestre 2023 ha dunque confermato questo trend, accentuando la decrescita delle compravendite.

Con la sola eccezione delle Isole (+1,1%), tutte le principali macro aree italiane hanno chiuso il primo trimestre 2023 con un saldo negativo.

Cosa ne pensano gli agenti immobiliari

La pubblicazione delle Statistiche è avvenuta in modo contestuale alla pubblicazione dei risultati del Sondaggio congiunturale del mercato delle abitazioni in Italia, un’indagine realizzata da Banca d’Italia, Tecnoborsa e OMI-Agenzia delle Entrate sul clima del mercato residenziale nel primo trimestre 2023, rilevato presso gli agenti immobiliari.

Dal Sondaggio sono emersi alcuni dati piuttosto interessanti. Per quanto concerne il primo, notiamo un lieve miglioramento delle aspettative degli agenti, divenute leggermente meno negative sul breve termine: i saldi tra attese di miglioramento e peggioramento sono infatti passati a -21,2 e -25,8 punti percentuali, rispettivamente da -25,6 e -28,3 punti percentuali dell’indagine precedente. Inoltre, poco meno di due terzi degli operatori ritiene che l’andamento dei prezzi al consumo inciderà negativamente sulla domanda di abitazioni e sui prezzi di vendita.

Per quanto concerne gli altri dati, lo sconto medio sui prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali del venditore è tornato a diminuire all’8,2% rispetto all’8,8%, mentre i tempi di vendita sono scesi a 5,5 mesi (ex 6,1 mesi) facendo così registrare il nuovo minimo dall’inizio della rilevazione.

La quota di operazioni che segnalano la difficoltà nel reperimento del mutuo da parte degli acquirenti è intanto pari al 30%, per il valore più alto dall’inizio del 2014. È di circa la metà la quota di agenti immobiliari che segnala che fra le cause prevalenti di cessazione dell’incarico a vendere vi sia un valore delle offerte ricevute ritenuto troppo basso dal venditore.

Infine, sottolineiamo come la quota di compravendite finanziate con mutuo ipotecario sia scesa ancora al 64,1%, ma che il rapporto tra l’ammontare del prestito e il valore dell’immobile (loan-to-value) sia ancora su valori elevati, di circa il 76%, seppur in lieve calo rispetto alla precedente rilevazione.

Sergio Martino

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