Anche nel corso del primo trimestre 2022, affermano gli ultimi dati OMI – Agenzia delle Entrate, prosegue la crescita tendenziale in doppia cifra da parte delle compravendite del settore residenziale, con un incremento del 12% rispetto allo stesso trimestre del 2021 e un totale di oltre 181 mila abitazioni compravendute.
I tassi tendenziali mostrano peraltro la presenza di divergenze contenute tra i capoluoghi (+ 11,1%) e i non capoluoghi (+ 12,5%), e un andamento sopra il 13% tendenziale in tutte le macro aree della Penisola con la sola eccezione del Nord Est, dove lo sviluppo delle compravendite residenziali è stato più contenuto, pari al 6,5%.
Per quanto attiene la superficie delle abitazioni compravendute, nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente si osservano tassi tendenziali di crescita in linea con quelli in termini di unità scambiate. La superficie media delle abitazioni compravendute è calata leggermente rispetto al primo trimestre 2021 (- 1,2 m2), a causa principale del contributo negativo del Nord Italia (è stabile nelle altre macro aree del Paese).
Le prospettive sul futuro del mercato immobiliare
Se il presente del mercato immobiliare residenziale è positivo, il futuro sembra essere denso di dubbi. Il Sondaggio congiunturale del mercato delle abitazioni in Italia realizzato da Banca d’Italia, Tecnoborsa e Agenzia delle Entrate su un campione di agenti immobiliari, rileva come le attese degli operatori sull’andamento del mercato immobiliare per il trimestre in corso siano peggiorate sia per il proprio mercato di riferimento sia per quello nazionale, con i saldi tra aspettative favorevoli e sfavorevoli divenuti significativamente negativi per circa 10 punti percentuali.
Le prospettive si sono in particolar modo deteriorate più marcatamente sull’orizzonte temporale biennale, con un saldo che è calato di più di 25 punti percentuali per entrambi i mercati. Sull’evoluzione prospettiva del mercato residenziale pesano soprattutto i rincari dell’energia e la guerra in Ucraina, citate come determinanti più negative per quasi il 60% degli agenti.
Il risultato è evidente. Buona parte dei potenziali acquirenti ha frenato le proprie intenzioni di acquisto, mentre chi le ha confermate si è reso molto più accorto sul prezzo di vendita (per il 61% degli agenti), sullo stato di manutenzione (47%) e sull’efficienza energetica degli immobili (39%).
Dallo stesso Sondaggio rileviamo infine che:
- il 62,6% degli agenti intervistati ha segnalato una sostanziale stabilità dei prezzi di vendita
- la quota di agenzie che ha venduto almeno un’abitazione nel trimestre è dell’87,6%
- lo sconto medio sui prezzi di vendita scende all’8,5% contro il 9,7% precedente
- i tempi medi di vendita scendono a 5,8 mesi contro i precedenti 6,2 mesi
- circa la metà degli agenti ha dichiarato che il valore delle offerte ricevute è stato ritenuto troppo basso dal venditore oppure che il prezzo richiesto sia stato giudicato troppo alto dal compratore
- il 70% delle compravendite è stato finanziato con un mutuo ipotecario
- il loan-to-value medio è stato del 78%.
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