Stando agli ultimi dati forniti dalla Bussola Mutui CRIF, nel corso del quarto trimestre 2022 le richieste di mutui per surroga hanno subito una forte impennata che ha condotto le domande di finanziamento per sostituzione al 24% del totale, una quota di mercato tripla rispetto a quella che era stata riscontrata durante la scorsa estate.
A spingere al rialzo le surroghe è stata l’evoluzione degli indici di riferimento Euribor e IRS, che hanno impattato in maniera decisiva sulla tipologia di tasso preferita (i mutui a tasso fisso ritornano su quote di preferenza abbandonate qualche trimestre fa) e sulla possibilità di passare dal variabile al fisso.
La crescita degli indici e il loro impatto sui tassi
Più nel dettaglio, l’indice Euribor a 3 mesi è aumentato nel trimestre in oggetto dall’1,43% al 2,23%, mentre l’indice IRS a 20 anni nello stesso periodo è sceso dal 2,96% al 2,57%. Il differenziale tra i tassi variabili e i tassi fissi è dunque drasticamente diminuito, rendendo sempre più conveniente optare per un mutuo a tasso fisso in uno scenario di tassi crescenti.
La diversa evoluzione dei due parametri non deve stupire. I tassi Euribor seguono infatti da vicino la politica monetaria BCE e i rialzi attesi sui prossimi mesi dal tasso BCE, appena aumentato dello 0,25%, mentre l’andamento dell’IRS incorpora la correzione della politica monetaria nel lungo periodo, prevista in allentamento.
Tassi fissi al 72% delle richieste
Per quanto riguarda la ripartizione delle richieste per tipologia di tasso, i mutui a tasso fisso crescono al 72% del totale, contro il 58% del trimestre precedente. A far le spese di questo incremento sono soprattutto i mutui a tasso variabile con cap, passati rapidamente dal 18% al 9%, mentre i mutui a tasso variabile scendono dal 23% al 18%.
Passando invece ai dati di ripartizione delle richieste per finalità, la quota di mutui per acquisto di prima casa è scesa dal 78% al 69%, mentre le richieste di mutui per surroga salgono dall’11% al 24%, su livelli comparabili a quelli di un anno e mezzo fa.
Il costo dei mutui
Passando infine all’analisi delle condizioni vigenti sul mercato dei mutui, la Bussola Mutui CRIF evidenzia come per un mutuo di 140.000 euro su valore di immobile pari a 220.000 euro, per una durata pari a 20 anni, un richiedente di 35 anni possa oggi spuntare un tasso fisso finito pari al 3,12%, con rata di 785 euro mensili. La stessa operazione a tasso variabile determina invece un tasso del 2,56%, con una rata mensile di 746 euro.
Un differenziale tra le due forme tecniche di tasso pari a 39 euro a beneficio del mutuo a tasso variabile, che però si scontra con il rischio di un ulteriore incremento dei tassi (e, dunque, delle rate del mutuo variabile) già nel corso dei prossimi mesi.
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